Graziella’s world

è nata a Firenze dove si è formata e ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti sotto la guida del pittore Gustavo Giulietti e dove si è diplomata nel 1983.

La sua formazione artistica giovanile è proseguita nei viaggi in Estremo Oriente ed in particolare in Giappone e Corea, nei quali ha affinato la sua sensibilità grafico-illustrativa.

Pittrice e ceramista, oltre che attingere alla prediletta tradizione toscana rinascimentale, il suo linguaggio non poco ‘alimenta dei registri dell’arte floreale e Liberty, riattualizzati in una prospettiva ecologista e di rinnovata coscienza verso le condizioni del Pianeta.

Vive in Toscana  dalla quale ha tratto le maggiori ispirazioni personali (Piero Della Francesca, Botticelli, Leonardo, Beato Angelico, ecc.) creando un connubio in una fusione poetica, con le conoscenze artistiche, stilistiche e armonie orientali.

Graziella Bucci alla Versiliana di Marina di Pietrasanta

Recensioni

Cosmici Arabeschi di Giuseppe Cordoni

Un ponte fra Oriente e toscanità nella visione pittorica di Graziella Bucci

È stato senz’altro un giovanile viaggio in Estremo Oriente a maturare la sua formazione artistica, ma anche a determinare una visione pittorica incline ad una raffinata stilizzazione degli elementi rappresentati. E forse proprio da una coreana idea di “giardino”, ella deve aver tratto quella cifra d’eleganza che combina angoli di raccolti giardini, elementi vegetali e floreali, sinuose forme d’uccelli dipinti e discrete figure femminili, imprimendo a queste sue “invenzioni” un moto avvincente di grazia e di colore. Raffinata ceramista, oltre che pittrice, Graziella Bucci ha tratto anche dalla sintesi grafico-ornamentale che una tale disciplina richiede, questa sua concisione illustrativa. In verità ogni opera pittorica del suo primo periodo insegue un’idea d’edenica, esotica fertilità. Ed ognuno di questi suoi “garden” ci appare così come un’isola di felici e misteriosi dinamismi.

V’è che adesso anche il tratto evocativo d’ogni suo paesaggio s’impone come qualcosa di danzante, che sempre ubbidisce al rigore d’un lucido arabesque. È l’arabesco, infatti, l’elemento compositivo dominante che precede e a sé piega ogni avvolgente voluta del colore. E ciò imprime a queste sue “invenzioni” un elemento ritmico curvilineo, arioso e leggiadro che sembra sempre rinviare alla visione d’un cerchio che tende ad inglobare tutto in un’ipotesi di cosmica perfezione. Così anche quando Graziella torna alla propria originaria “toscanità”, come accade negli ultimi paesaggi, il moto ondoso e leggero delle linee che decidono dei suoi paesaggi sprofonda in un’idea di sospesa immensità.

Un profilo di Graziella Bucci pittrice e ceramista di Luciano Lenzi

Il “Garden coreano”, il Tempio, in prospettiva, è illuminato con l’arborea natura intorno, dalla luce incredibile delle antiche lanterne di pietra.

E così in tutti gli altri dipinti di Gra-ziella che qui vengono esposti, l’incontro con questa arte, un tempo semplice “cineserie”, diventa elegia e bellezza pittorica, tali da fare, al di sopra di

smaglianti ornamentazioni, immagini d’alto valore estetico.

Questo risultato è reso più morbido e  pregevole, nel prorompente colorato di fiori e petali pur nella loro composta armonia che la pittrice riproduce negli artistici PIATTI. La decorazione così movimentata è ricercata dal più profondo dell’anima, in un amalgama

finalmente raggiunto.

Con questa sua personale, la pittrice vuole offrire al pubblico quello che spera essere riuscita ad esprimere: quella che gli orientali chiamano “energia vibrante” che è dono di vita.

Durante i viaggi in estremo oriente ho raccolto impressioni tipiche del posto e le fotografie di seguito sono la testimonianza della fonte di ispirazione.

Un dinamismo in divenire di Sandra Lucarelli

In questa personale di Graziella Bucci, oriente ed occidente rivelano il volto della solarità, della quiete, ma anche di una preponderante affermazione vitale. I colori giallo – verde – azzurro – rosso, manifestano questa inclinazione della nostra artista che, rievocando Gauguin, ci fa naufragare in paradisi lontani, in giardini segreti dell’anima. E’ una declinazione musicale eterea che cerca ogni simbolo di concretezza per allacciarsi alle nostre esistenze, per illuminare coi raggi del sol levante, le nostre vie di provincia occidentalizzate. Basterebbero pochi attimi riflessivi per catturare la luce interiore ed essere dei Budda, vale a dire degli illuminati, fonte di trasmissione delle energie cosmiche. La Fenice rappresenta la vita che rinasce dopo ogni fine ed il declino è solo e soltanto un tramonto che attende l’alba del giorno nuovo. Così la vita non è mai fine a se stessa, come non lo è il colore delle nostre giornate; esso può depositarsi nelle nostre fibre e fare di noi degli strumenti di rifrazione, degli specchi in cui, anche gli altri, possono vedere la loro immagine riflessa. Tutto ciò per condividere ed aprire le braccia all’accoglienza, per fondere nuove culture con la nostra ed essere un crocivia, un bivio di possibilità esistenziali sempre nuove per nuove esplorazioni: UN DINAMISMO IN DIVENIRE.

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